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Gli Ordinals hanno trasformato Bitcoin in una versione peggiore di Ethereum

Il lancio dei token BRC-20 e degli NFT Ordinals su Bitcoin ha trasformato la blockchain numero uno in una versione più goffa di Ethereum.

Gli sviluppatori e i miner che hanno approvato l’aggiornamento Taproot della rete nel novembre del 2021 non avrebbero mai pensato che questo sarebbe stato il risultato. Bitcoin ora soffre di molti degli stessi problemi che hanno afflitto Ethereum per anni: non soltanto memecoin e shitcoin truffaldini, ma anche NFT di immagini scimmiesche che occupano spazio nei blocchi e fanno salire le commissioni di transazione alle stelle.

La rete deve persino fare i conti con fenomeni di Miner Extractable Value (MEV), in base ai quali i miner traggono profitto riordinando le transazioni in sospeso.

Mati Greenspan, fondatore di Quantum Economics e Bitcoiner sin dal lontano 2013, afferma: “Sono un po’ arrabbiato con me stesso per non averlo capito. Solo quando questa gente ha iniziato a pubblicizzare i JPEG su Bitcoin, ho realizzato: ‘Oh merda, cosa abbiamo appena fatto?’

Alcuni Bitcoiners su Bitcointalk e Twitter definiscono gli NFT Ordinals e i token BRC-20 un attacco a Bitcoin, un exploit di Taproot, inutile spam che intasa il network. Si è acceso quindi un forte dibattito nella community: bisognerebbe bandire questi comportamenti, oppure sono esattamente ciò che ci si dovrebbe aspettare da un protocollo permissionless?

Perché le commissioni di Bitcoin sono così alte?

I token BRC-20 sono stati lanciati dallo sviluppatore anonimo Domo in data 8 marzo 2023. Per distribuire i contratti, per coniare e per trasferire i token, si utilizzano gli “Ordinal inscriptions” di dati JavaScript Object Notation (JSON). Alcuni sostengono che questo sistema sia terribilmente inefficiente, e che costi quattro volte di più in commissioni di transazione rispetto all’utilizzo di dati binari.

Oltre alle inefficienze, c’è anche una corsa all’oro per il conio di nuove memecoin. Qualcuno distribuirà un contratto con un ticker per un nuovo token e una supply massima, e poi i trader si precipiteranno a coniare il maggior numero possibile di memecoin, intasando il network. Il market cap di questi token ha già superato il miliardo di dollaro, anche se lo stesso Domo sostenga che non abbiano alcun valore.

Ma difficilmente i token BRC-20 saranno banditi, almeno nel breve termine: i principali wallet hanno già aggiunto il supporto per tale standard. Gli sviluppi più recenti, come il lancio di un fork di Uniswap che ha accumulato 500.000$ di scambi di token “smart BRC-20” (SBRC-20) in pochi giorni, suggeriscono che la costruzione di un nuovo ecosistema permissionless su Bitcoin è destinata a continuare.

Commissioni troppo alte per bancarizzare i non-bancarizzati

Greenspan fa notare che, mentre la raffica di interesse ha visto le transazioni di Bitcoin raggiungere il massimo storico, il numero di indirizzi unici è crollato: ciò significa che meno persone accedono alla rete. E se gli introiti derivanti dalle commissioni di transazione hanno superato la ricompensa dei blocchi – vista da molti come l’unico modo per garantire la sicurezza di Bitcoin – ciò comporta molti problemi:

“Ieri ho parlato con un miner, mi ha detto che le sue entrate sono raddoppiate. Questo è positivo, soprattutto in vista dell’halving. È un bene per i miner… ma un male per le nazioni come Nigeria e El Salvador, dove il costo medio per inviare una transazione ha improvvisamente raggiunto i 30$. Il sogno dell’inclusione finanziaria su Bitcoin è stato temporaneamente rimandato.”

Non è la prima volta che qualcuno tenta di integrare token e NFT in Bitcoin. Counterparty ha aperto la strada agli NFT su Bitcoin, con progetti come Spells of Genesis e Rare Pepes nel 2015 e 2016. Anche la stablecoin Tether ha lanciato un token su Bitcoin nel 2014 tramite il protocollo Mastercoin (poi diventato Omni).

Joseph Hall di Cointelegraph utilizza BTC per fare acquisti a El Salvador

Bannate lo spam, dicono i massimalisti di Bitcoin

Su Bitcointalk si discute molto della lotta contro il presunto “attacco a Bitcoin; alcuni sostengono persino che sia opera degli sviluppatori di Bitcoin SV. Gli utenti parlano di un soft fork per “imporre rigorosi limiti di dimensione agli script di convalida di Taproot“, di come il protocollo possa filtrare ciò che viene considerato “spam“, oppure addirittura di un hard fork per rimuovere Taproot.

Luke Dashjr, sviluppatore di Bitcoin, ha dichiarato:

“L’azione avrebbe dovuto essere intrapresa mesi fa. Il filtraggio dello spam è un elemento chiave di Bitcoin Core, sin dal primo giorno. È un errore che i filtri esistenti non siano stati estesi alle transazioni Taproot […] dato che si tratta di un bugfix, non c’è nemmeno bisogno di aspettare una major release.”

Checkmate, Lead On-Chain Analyst di Glassnode, ha dichiarato a Cointelegraph di ritenere che questo tipo di censura sia contrario all’intera etica di Bitcoin. Ha inoltre sottolineato che esistono già regole opzionali per la mempool che consentono agli operatori dei nodi di filtrare gli Ordinals, se lo desiderano:

“Dal mio punto di vista, qualsiasi tentativo di vietare o censurare queste transazioni rappresenta un attacco a Bitcoin molto più che lasciarle in essere. Gli Ordinals rientrano nelle regole del consenso: quando una minoranza rumorosa di individui vuole cambiare le regole per fermare qualcosa che non gli piace, questo è il vero attacco.”

Foto profilo Twitter di Checkmate

Ma il podcaster Chris Blec ha sostenuto su Twitter che limitare i tipi di transazione per garantire la salute della rete non è censura: “Se non dipende dal contenuto del messaggio o dal mittente del messaggio, allora non è censura.

Nemmeno Hass McCook, ex membro del Bitcoin Mining Council e convinto sostenitore di Bitcoin, apprezza particolarmente gli Ordinals. Tuttavia, pensa che vietarli del tutto sia eccessivo:

L’unica cosa più importante di Bitcoin è la libertà. Personalmente, gli Ordinals non mi piacciono e non ne comprendo il valore, ma non voglio comunque che vengano censurati. Credo che, così facendo, si potrebbe imboccare una strada molto pericolosa. Se il protocollo consente di fare qualcosa e qualcuno è felice di pagare per farlo, allora è così che deve essere.”

È comunque impossibile vietare gli Ordinals

Andrew Poelstra, Direttore della ricerca presso Blockstream, è uno degli inventori di Taproot. Anche a lui non piace il risvolto “tossico” dell’aggiornamento, ma non vede alcun modo pratico per fermare gli Ordinals.

“Per quanto ne so, non esiste un modo sensato per impedire alle persone di memorizzare dati arbitrari all’interno dei Witness senza incentivare un comportamento ancora peggiore e/o interrompere casi d’uso legittimi.

Non sarà possibile vietare semplicemente i ‘dati inutili'”, afferma, osservando che le persone potrebbero semplicemente nascondere dati inutili come gli NFT all’interno di dati utili come ‘firme fittizie o chiavi pubbliche.’

In questo modo, il costo per loro sarebbe pari a 2 volte, ma se 2 volte è sufficiente per incentivare l’archiviazione, allora non c’è bisogno di discutere perché saranno comunque costretti a smettere a causa della concorrenza del mercato delle tariffe”.

Ignorateli e scompariranno

Lo scenario migliore – e forse anche il più probabile – è che l’interesse per i token e gli NFT su Bitcoin si esaurisca nel tempo. “La congestione della rete Bitcoin non è una novità, giusto? Di solito arriva con l’hype, e termina quando l’hype scompare,” spiega Greenspan-

Ma se gli Ordinals continuano ad avere un impatto eccessivo sulla rete, c’è sempre l’opzione drastica di effettuare un fork di Bitcoin per modificare o rimuovere Taproot. Blec e molti altri hanno sollevato questa possibilità, anche se al momento sembra per lo più remota.

Fork di Bitcoin per sbarazzarsi degli Ordinals?

Greenspan afferma che, sebbene sia sempre possibile implementare un hard fork, “questo dividerebbe la rete. E nessuno vuole che ciò accada.

McCook afferma che il mercato ha scelto Bitcoin, piuttosto che Bitcoin Cash o Bitcoin SV, durante le guerre per lo scaling del 2017. Prevede pertanto che la versione attuale vincerebbe su un fork senza Taproot:

“Io sceglierei quella con Ordinals. Quindi, anche se non trovo alcun valore negli Ordinals… forse in futuro avrò bisogno di inscrivere qualcosa che abbia una resistenza assoluta alla censura. […] Questa tecnologia potrebbe avere implicazioni piuttosto potenti. Supponiamo che Julian Assange decida di pubblicare le informazioni di WikiLeaks sotto forma di inscription: questo sarebbe un caso d’uso molto utile.”

Greenspan ritiene inoltre che i vantaggi dell’uso di Bitcoin per l’archiviazione dei dati siano ancora tutti da scoprire: “Le persone sono ora consapevoli del fatto che Bitcoin ha la capacità di memorizzare i file. E sono entusiasta di vedere cosa faranno gli sviluppatori lungimiranti con questo nuovo strumento, più che creare meme.

Migliorare l’efficienza dei token

Quando ha rilasciato BRC-20, Domo ha aggiunto: “Credo che ci siano quasi certamente scelte progettuali migliori e miglioramenti dell’ottimizzazione da apportare.

Molte persone sono d’accordo. Uno dei miglioramenti più semplici sarebbe quello di usare il formato binario invece di quello JSON, che lo sviluppatore John W. Ratcliff sostiene essere “uno dei formati di dati più inefficienti che si possano usare.” A suo avviso, questo ridurrebbe i token BRC-20 da 89 a 19 byte: “Ciò significa che per impegnare questi token BRC-20 si pagano commissioni quattro volte superiori al necessario.

Colin Harper, ricercatore di Hashrate Index, sostiene che l’uso del codice binario “potrebbe ridurre la larghezza di banda fino all’80%.” Ma questo non risolverebbe del tutto il problema, come sottolinea l’influencer di Bitcoin Udi Wertheimer, dato che l’impennata delle fee è dovuta all’aumento delle commissioni per ottenere la priorità delle loro transazioni, al fine di coniare o accaparrarsi i token a basso numero di serie prima che la disponibilità si esaurisca.

Esiste anche un altro modo di emettere asset su Bitcoin, chiamato Taro, che secondo Domo è “una soluzione migliore.” Taproot Asset Representation Overlay è un protocollo proposto che consentirà alle persone di emettere beni digitali su Bitcoin che possono essere trasferiti su Lightning per transazioni veloci ed economiche.

Sviluppare una macchina virtuale su Bitcoin

Un approccio molto più sperimentale e diretto è quello adottato da Trustless Computer, che lavora a un fork di Uniswap v2 chiamato Trustless Market, il quale ha elaborato swap per un valore di 500.000 dollari nei primi tre giorni.

Nella documentazione del progetto si legge che Trustless Computer sta lavorando a una macchina virtuale Turing-completa chiamata BVM (Bitcoin Virtual Machine) – costruita sopra Bitcoin – per dare vita a un ecosistema DeFi.

Il membro del core team @punk3700 spiega a Cointelegraph:

“Non è un Layer-2, ma un ‘protocollo all’interno del Layer-1 che funziona come Ordinals ma utilizza gli SBRC-20. Invece di scrivere file di testo su Bitcoin, Trustless Computer scrive transazioni di smart contract su Bitcoin. File grezzi contro programmi/logica/app.”

Questo sistema potrebbe ridurre la banda richiesta per i token dell’80%-90%.

Come funziona la Bitcoin Virtual Machine

Lo sviluppatore ha aggiunto:

Ritengo che i BRC-20 nella loro forma attuale, basata su file di testo, siano un fuoco di paglia. Non è possibile usare carta e penna per costruire uno strumento finanziario alternativo e scalabile. La nostra implementazione di SBRC-20 è diversa. Utilizziamo gli stessi smart contract ERC-20 di Ethereum. Funziona esattamente come programmato.

Gli Ordinals sono la versione 0.1 di ciò che è possibile fare su Bitcoin. Trustless Computer dimostra che è possibile costruire un ecosistema DApp completo su Bitcoin.

È possibile scalare Bitcoin utilizzando i ZK-rollups?

L’afflusso di NFT e il conio di token su Bitcoin hanno dimostrato che la blockchain non è in grado di scalare per far fronte all’aumento della domanda: in altre parole, più diventa popolare e peggio funziona.

Il Lightning Network è solitamente indicato come la soluzione, ma il creatore di Nostr – Fiatjaf – ha sottolineato che non è stato in grado di far fronte al recente aumento delle commissioni. “I canali sono troppo fragili, costa molto aprirli in un contesto di commissioni elevate, la gestione di un nodo di routing è complessa e così via.” Per tali motivi, gli utenti devono fare affidamento su fornitori centralizzati di Lightning.

Greenspan ritiene che un progresso graduale verso la scalabilità sia l’unica soluzione sicura per garantire che Bitcoin rimanga a prova di proiettile:

“Abbiamo visto SegWit e Taproot. Voglio dire, si tratta di buoni progressi e di una scalabilità costante. Che è la cosa migliore per una rete decentralizzata di queste dimensioni. Non si vogliono affrettare le cose perché si rischia di romperle, come abbiamo visto.”

Diverse entità, tra cui StarkWare e il ricercatore di blockchain Eric Wall, stanno esaminando il potenziale di scalare Bitcoin utilizzando i zero-knowledge (ZK) rollups, ovvero il piano di Ethereum per risolvere la medesima sfida.

Ma, ironia della sorte, se da un lato l’impennata della domanda causata dagli Ordinals ha dimostrato che è necessario aumentare la scalabilità, dall’altro ha reso molto meno probabile che la community accetti un nuovo hard fork per consentire i ZK-rollups. Dopo tutto, hanno votato per Taproot e guardate cosa è successo!

Dubito che ciò accadrà mai“, afferma Checkmate. “Sono scettico anche nei confronti di un soft fork, dato che le conseguenze indesiderate del witness discount hanno sensibilizzato tutti sui rischi del cambiamento.

Traduzione a cura di Giorgio Libutti

      

Andrew Fenton

Con sede a Melbourne, Andrew Fenton è un giornalista e redattore che si occupa di criptovalute e blockchain. Ha lavorato come entertainment writer per News Corp Australia, nonché come giornalista cinematografico per SA Weekend e per The Melbourne Weekly.

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