Che fine ha fatto EOS? La community tenta di resuscitare il progetto
Che fine ha fatto EOS? Dopo la più grande ICO della storia, il token – un tempo saldamente in Top 10 – ora ristagna al 53° posto. Ma la community ha riassunto il controllo ed è determinata a riportare la piattaforma di smart contract al suo antico splendore.
I neofiti del settore crypto potrebbero non conoscere la più grande ICO della storia, che ha dato vita a EOS. EOS è stata lanciata nel giugno del 2018 con grande clamore, una community attiva e una tecnologia forte. Guidata da Dan Larimer, famoso per Steemit e Bitshares, il progetto aveva generato molto entusiasmo grazie all’introduzione di nuove tecnologie, tra cui il sistema DPoS (Delegated Proof-of-Stake) e le EOS Worker Proposals per finanziare progetti che facevano crescere l’ecosistema.
Block.one, l’azienda alle spalle di EOS, ha raccolto la sorprendente cifra di 4,1 miliardi di dollari in appena dodici mesi! E poi… non è successo granché. La community ha aspettato e aspettato che le promesse fossero mantenute.
“Sono rimasto molto deluso, quando poche o nessuna di queste idee si è realizzata,” spiega a Cointelegraph Douglas Horn, CEO di Goodblock. “A essere onesti, direi che Block.one ha fatto una ICO ingannevole, che fosse pianificata fin dall’inizio o meno. Questa è la mia valutazione personale.“
Douglas Horn, CEO di Goodblock
Le ragioni esatte per cui EOS non sia andato da nessuna parte sono ancora oggi poco chiare: quel che è certo è che lo sviluppo si è interrotto e che la community si è spesso sentita esclusa. Alcuni raccontano di essersi offerti volontari per lo sviluppo di nuovi progetti, ma di non essere stati supportati o addirittura di aver ricevuto da Block.one l’ordine di interrompere i lavori, poiché i loro sforzi interferivano con i piani dell’azienda. In altri casi sono state concesse micro-sovvenzioni, a condizione che non si potessero utilizzare altri fondi: in genere, tali finanziamenti non erano sufficienti e anche questi mini-progetti si sono esauriti.
Ci sono alcune storie di successo – ricordiamo progetti come WAX e Alien Worlds – ma per il resto si trattava di un ecosistema allo sbaraglio. Nel frattempo, Block.one ha raggiunto un accordo con la SEC per il pagamento di una multa di 24 milioni di dollari al fine di scongiurare qualsiasi sospetto che il token fosse un titolo (un accordo che è stato successivamente annullato e che potrebbe causare nuovi problemi significativi per la compagnia).
Cronologia di un’acquisizione. Fonte: EOS Network Foundation
Due elefanti bianchi
Nonostante le molte promesse, Block.one ha sostanzialmente smesso di sviluppare la tecnologia di base, allora denominata EOSIO, e si è concentrata su due progetti di facciata: la piattaforma social decentralizzata Voice, costata 150 milioni di dollari, che si è poi trasformata in un mercato NFT di scarso successo; e l’exchange Bullish, che chiaramente utilizza i soldi della ICO per fornire liquidità. L’attuale volume di trading si aggira intorno ai 200.000$ al giorno per la coppia BTC/USDC.
Nel 2021, la community ha iniziato a opporsi con la creazione della EOS Network Foundation. Nella mischia entra Yves La Rose, CEO di EOS Nation, uno degli originali block producer. I block producer in EOS forniscono la tecnologia per convalidare i nodi, e i primi 21 ricevono una commissione per il mantenimento della rete.
La Rose non è esente da critiche: alcuni dei membri della brigata originale di Block.one lo definiscono un prepotente. Dall’altra parte, la nuova community di EOS lo vede come un eroe.
L’exchange Bullish è ancora operativo. Fonte: Twitter
Chi è Yves La Rose?
La Rose è un nerd dichiarato, che ha iniziato a smanettare con i computer quando aveva solo sei anni. Anni dopo, ha letto il white paper di Bitcoin ed è diventato un miner. Ma non è durato molto: ha visto che c’era poco spazio per i miner solitari e non ha voluto unirsi a un mining pool.
Yves La Rose, fondatore di EOS Nation
Nel 2016/2017 ha assistito a una rinascita che offriva maggiori opportunità. Le ICO stavano iniziando a diventare popolari, e il progetto CryptoKitties stava avendo così tanto successo da aver intasato la blockchain di Ethereum. La Rose è poi venuto a conoscenza di Larimer, rimanendo colpito dal suo curriculum crypto e dalla nuova tecnologia che stava costruendo per EOS.
“Ho scelto EOS fin da subito,” racconta La Rose. “E ho fatto il salto nella blockchain a tempo pieno, formando EOS Nation nel gennaio del 2018, prima del lancio del mainnet. E abbiamo aspettato.” Tuttavia, Block.one non avrebbe mantenuto le proprie promesse.
L’aggiornamento Antelope di EOS nel 2022. Fonte Twitter
“Nessuna di queste idee si è realizzata”
Douglas Horn, in precedenza architetto di Telos, è ora CEO di Goodblock, azienda che fornisce strumenti fondamentali per il Web3. Come La Rose, è stato attratto dal potenziale della tecnologia offerta da EOS – in particolare dal DPoS, dai sistemi di governance e dalle Worker Proposals. Anche lui si è disilluso e ha co-fondato Telos Blockchain in risposta all’assenza di qualsiasi iniziativa tangibile da parte di Block.one sul codice di EOSIO.
“A mio parere personale, credo che l’intero fiasco di Block.one sia stato una frode assoluta,” afferma Horn. Si tratta ovviamente di un suo parere e non di un’accusa incriminante, ma dimostra il livello di frustrazione che lo ha infine portato a redigere il white paper di Telos.
“Invece di aspettare che mantenessero le loro promesse, ho iniziato a costruire. Sono stato anche molto esplicito nelle mie opinioni,” spiega Horn. Ha fatto pressioni per ottenere una roadmap da Block.one; quando questa non è arrivata, ne ha costruita una propria per Telos. Horn è noto per le sue opinioni schiette, che però trovano eco in tutta la community.
La Rose ritiene che il problema derivi dal fatto che la ICO era troppo grande e Block.one aveva promesso troppo:
“C’erano molte aspettative nella community di EOS e non credo che Block.one avesse le capacità per rispettarle. Poi abbiamo assistito a false promesse una dopo l’altra. Al secondo anniversario, era ovvio che non avrebbero realizzato nulla sul codice o per la community.
È stato allora che l’ecosistema ha iniziato a perdere sviluppatori e membri della community. Abbiamo cercato di colmare le lacune, ma senza finanziamenti era impossibile. Altre blockchain spuntavano continuamente e si assicuravano finanziamenti e, cosa più importante, creavano fondazioni.”
Anche Rhett Oudkerk Pool, un altro block producer originale prima con EOS Amsterdam e successivamente con Europechain e Zaisan, ritiene che il grande successo della ICO sia stato il principale motivo del fallimento del progetto:
“Hanno dichiarato di essere coinvolti in controversie legali con la SEC, e in fondo aveva senso. Hanno detto di essere coinvolti in indagini e, di conseguenza, di non poter fare nulla. Ma poi, se qualcuno della community voleva creare un proprio Worker Proposal System, Block.one diceva che ci stavano già lavorando. Dicevano di non preoccuparsi, che lo avrebbero fatto. Così la community si fermava, ma Block.one non faceva mai nulla e così uccideva doppiamente l’iniziativa.”
Rhett Oudkerk Pool, CEO di Zaisan
La Rose si è dimesso da EOS Nation per formare la EOS Network Foundation (ENF) nell’agosto del 2021. Fin dall’inizio, La Rose sapeva che tutti i Layer-1 avevano bisogno di una fondazione finanziata che lavorasse per alimentare l’ecosistema, promuovere nuovi sviluppi e supervisionare la governance continua. Senza Block.one al timone, EOS aveva bisogno di direzione e leadership.
La community di EOS si fa sentire
Daniel Keyes ha assunto il ruolo di CEO di EOS Nation dopo l’abbandono di La Rose. È anche CEO della piattaforma di crowdfunding Pomelo, nata dopo la “rivoluzione di velluto” di EOS e aiuta a finanziare i progetti della rete. Keyes racconta:
“Avevamo la community ma non i finanziamenti. C’erano parecchi cuori infranti, la community se n’è andata perché doveva sopravvivere. […] Yves ha lasciato EOS Nation per cercare di salvare la rete. Era un obiettivo ambizioso a quel punto, dati i diversi insuccessi.”
Daniel Keyes, CEO di EOS Nation
Aaron Cox, CEO di Greymass, un altro block producer di EOS, afferma: “Lo sviluppo avveniva in modo isolato, ma uno dei problemi più grandi era questo colosso che si imponeva sugli sforzi di tutti. Dovevamo restare uniti.“
La decentralizzazione affronta la centralizzazione
Il percorso di La Rose verso le dimissioni è stato lungo. Inizialmente era stato attratto dal white paper di EOS e – in particolare – dal Worker Proposal System, che era stato delineato ma mai lanciato. La Rose racconta di aver tentato più volte di lanciarlo e di aver anche ottenuto l’appoggio della community… prima che Block.one bloccasse le proposte. “Ci sono state minacce velate da parte di Block.one,” dice La Rose.
La seconda conferenza EOS si è tenuta a Rio nel settembre del 2020, ed è stata un evento molto popolare. Anche in questo caso, La Rose e gli altri block producer hanno lavorato duramente per creare un Worker Proposal System, ottenendo il sostegno di oltre 40 firmatari. Tuttavia, l’iniziativa venne bloccata da Block.one.
“A questo punto sapevamo che non avremmo più potuto lavorare con Block.one,” dice La Rose. “Tutto ciò che era stato promesso poteva essere solo parole, ma GitHub non mentiva.“
La mobilitazione della community contro Block.one è stata difficile a causa della natura intrinseca della decentralizzazione. L’entusiasmo si raccoglieva, ma poi si perdeva quando le persone si allontanavano dopo tentativi infruttuosi di riprendere il controllo.
Nel giugno 2021, La Rose si è dimesso da EOS Nation. Aveva dedicato gli ultimi 40 mesi a EOS e non voleva gettare la spugna. Sapeva anche che EOS aveva bisogno di una Foundation, e che lui non poteva essere sia un produttore di blocchi che lo stakeholder di una fondazione. Iniziò a delineare un piano, discutendo con altri block producer in merito alle loro necessità e alla struttura della nuova EOS Network Foundation (ENF):
“In fin dei conti, questa parte è stata facile. Tutti sapevano che doveva succedere qualcosa. Realizzarla è stato molto più difficile.”
Oudkerk Pool ricorda con felicità come La Rose sia riuscito a convincere 15 dei 21 block producer a unirsi per fermare il contratto di staking – in pratica dirottando i ricavi di Block.one verso la community. Si è trattato di un momento cruciale, poiché ha impedito a Block.one di ricevere finanziamenti dalla community: è stato possibile cambiare il contratto solo mettendo d’accordo 15 block producer.
Prima si ottiene il denaro, poi il potere
Oudkerk Pool racconta:
“L’idea iniziale era che avremmo potuto usare questi soldi per lavorare sul software. E La Rose utilizzò quel denaro per ricompensare i produttori di blocchi in difficoltà che avevano lavorato senza fondi. Ha chiesto dei blue paper per delineare cosa sarebbe successo in seguito: a noi è stato affidato il ruolo di scrivere il Core+ Blue Paper, un documento d’insieme che sostituisse il white paper. In totale c’erano sette documenti che riguardavano i wallet, le rendite e così via. […]
Il nostro ruolo è stato quello di fare divulgazione commerciale, abbiamo portato un roadshow su EOS in tutta Europa e a Dubai.”
Si stavano formando altre coalizioni, in particolare lato software. Horn è stato determinante in questo senso:
“Sapevo che avevamo bisogno di una tabella di marcia e di un piano. Mi sono messo all’opera e ben presto quattro block producer hanno esaminato il codice: si è formata la Antelope Coalition per sostituire la piattaforma EOSIO, ormai stagnante. Ora eravamo al posto di guida.”
EOS, Block Producer UX, WAX e Telos hanno unito le forze per gestire la Antelope Coalition, un nuovo gruppo che si occupa di costruire e mantenere il codice sorgente di EOS su GitHub. In questa fase il team ha rinominato EOSIO in Antelope, effettuando un fork permanente del codice. Sono state identificate alcune tecnologie chiave e si è iniziato a lavorare sulla Inter Blockchain Communication (IBC) e sull’implementazione della Ethereum Virtual Machine (EVM), che è stata resa operativa a metà aprile.
You heard the news – London baby! Which of the 35 neighborhoods are you going to be focusing on? To motivate you, we sent Miles through an AI portal to sightsee 🧐 pic.twitter.com/dSOCzsU1EH
— Upland (@UplandMe) April 24, 2023
Wax e Upland portano l’effige di EOS
Non tutto su EOS si è arenato: un paio di progetti ben noti hanno costruito con successo i propri ecosistemi.
Lukas Sliwka, Chief Technology Officer di WAX, ha trascorso la seconda metà del 2018 a costruire il suo team blockchain, assumendo le persone giuste e poi eseguendo diversi POC prima di scegliere essenzialmente EOSIO e lanciare la blockchain di WAX nel 2019. WAX, o WorldWide Asset eXchange, è una piattaforma di gioco e NFT.
Lukas Sliwka, CTO di WAX
Secondo Sliwka, WAX è una delle blockchain di maggior successo del settore: durante il periodo di boom del 2020/2021, ha registrato una media di 25-28 milioni di transazioni al giorno. Sliwka afferma che il progetto ha deliberatamente preso le distanze da EOS:
“WAX è probabilmente uno dei segreti meglio custoditi nel mondo delle blockchain. In pratica ci siamo occupati noi stessi della manutenzione e dello sviluppo del protocollo, fino a quando non si è formata la Antelope Coalition.
Avevamo già il nostro team per il protocollo della blockchain, quindi potevamo partire da zero. Per esempio, per quanto buono sia lo stack di Antelope, c’erano problemi di scalabilità, che è un elemento chiave di WAX. Abbiamo visto la nostra blockchain crescere di 50.000-70.000 account al giorno, e questo richiede risorse notevoli per la scalabilità. Sin dall’inizio abbiamo puntato sulla scalabilità e anche sulla connessione inter-blockchain”.
Anche Upland.me, un metaverso che ricalca il gioco da tavolo Monopoly, è rimasto in disparte a costruire la sua community. In realtà ha ricevuto una parte dei finanziamenti da Block.one, sotto forma di Finlab EOS VC Fund, che ammonta a 18 milioni di dollari: questo ha permesso loro di costruire senza dover aspettare. Il cofondatore Dirk Leuth afferma che la coalizione è stata entusiasmante, ma non sono mancati i problemi iniziali.
It’s official!
The $EOS Network has successfully completed its consensus upgrade to @AntelopeIO Leap 3.1
By doing so, the #EOS community has declared independence, exemplifying the new balance of power created by #Web3.
Happy EOS Independence Day! 🚀 pic.twitter.com/J8daOedun6
— EOS Network Foundation (@EOSnFoundation) September 21, 2022
Il Giorno dell’Indipendenza di EOS
La Rose vede un vantaggio nel ritardo con cui è stata avviata la blockchain: ha permesso all’ENF di imparare dagli errori degli altri Layer-1, che sono arrivati dopo. Questo gli ha anche permesso di provare a lavorare con il fondatore di EOS, Larimer, che alla fine ha rifiutato.
Un portavoce dell’ENF ha dichiarato che, sebbene Larimer abbia continuato a essere un membro attivo della community fino a marzo 2022, il suo ultimo contributo è stato il lancio di EOSIO/Mandel 3.0 alla fine di gennaio 2022. Si dice che Larimer sia stato allontanato, ma è più probabile che il fondatore stesse ancora seguendo la linea di Block.one, che non era coerente con le nuove politiche di ENF.
Come dice La Rose: “Se mi freghi una volta è colpa tua, se mi freghi due volte è colpa mia. Abbiamo optato per l’indipendenza di EOS. Con la Antelope Coalition, abbiamo ribattezzato lo stack di codice principale e ora lo manteniamo, lo facciamo crescere e lo sviluppiamo.” L’hard fork è avvenuto nel settembre 2022, ed è stato lo smacco finale per Block.one. “Questo è ciò che chiamiamo indipendenza di EOS.“
Una componente chiave del nuovo ecosistema EOS è l’esistenza di meccanismi formali e ben collaudati per l’accesso ai finanziamenti, sia attraverso Pomelo che tramite il quadro di sovvenzioni dirette dell’ENF, che possono raggiungere i 200.000$. L’EVM è stata lanciata a metà aprile con un focus sul gioco: una consistente fetta dei finanziamenti – un fondo di 20 milioni di dollari – è stata assegnata a questo settore su un totale di 65 milioni di dollari.
📣 Major News for $EOS 📣
After over a year of dedicated work by contributors across the ecosystem, #EOS EVM Mainnet Beta is finally live 🚀
Full Announcement 👇https://t.co/ayYqn7V0oo
EVM Web Portal 👇 pic.twitter.com/W7Rq2jdDZd
— EOS Network Foundation (@EOSnFoundation) April 14, 2023
ENV (V sta per Ventures) è il nuovo veicolo di finanziamento da oltre 100 milioni di dollari creato sempre da La Rose. Si tratta di un’impresa for-equity che è posseduta e gestita dalla DAO di ENF. Nessuno nega che siano stati commessi molti errori lungo il percorso: per Horn, il principale problema sono stati i ritardi.
Keyes è d’accordo: “Al momento stiamo cercando di metterci in pari con la concorrenza. Ma siamo in una buona posizione per attrarre i nuovi sviluppatori Web3.“
Recently, the #ENF announced a $60M partnership between @DwfLabs and the $EOS ecosystem 🔥
Read all about the massive impact this will have on #EOS a recent feature with @Cointelegraph 📰
Read Now 👇 pic.twitter.com/SPl6zRPZ7w
— EOS Network Foundation (@EOSnFoundation) April 22, 2023
Il futuro di EOS
Anche Cox è ottimista: “Penso che la presenza di meccanismi di consenso indipendenti sia il risultato migliore per la nostra famiglia di blockchain. Abbiamo questo vibrante ecosistema di chain che esistono già oggi, e ci saranno nuove chain concepite l’anno prossimo. Ora abbiamo la spinta giusta.“
Aaron Cox, CEO di Greymass
Sliwka si dice entusiasta delle possibilità: “Ciò che mi entusiasma è il fatto che noi, come coalizione, risolveremo questi problemi in modo da poterne beneficiare tutti. Questo è ciò che ha fatto Yves: ha trasformato l’ecosistema in ciò che ci era stato inizialmente promesso.“
Alla domanda su quale fosse l’elemento più importante per la rinascita di EOS – tecnologia, finanziamenti o community – la community ha ottenuto il voto più alto dagli intervistati. Anche se Cox sottolinea che l’ecosistema ha ovviamente bisogno di tutti e tre gli elementi per avere successo.
Yves la Rose ha combattuto una battaglia difficile. A volte è stato ostacolato dalla visione di una blockchain veramente decentralizzata, altre volte è stato il punto di forza della sua iniziativa. Ma rende omaggio a tutti gli utenti coinvolti: “Sono forse il simbolo di questa rinascita, ma senza le centinaia di persone che lavorano quotidianamente a questo progetto, non sarebbe successo. Poter far parte di tutto questo è un’esperienza gratificante,” afferma.
Traduzione a cura di Giorgio Libutti